DOMANDE ALLO PSICOLOGO

Un intervento di Psicoterapia Breve Strategica essendo focalizzato sul problema (senza studiare il passato) è da intendere una esposizione intorno alle 5 - 6 sedute in cui ottenere gli sblocchi più importanti o la soluzione del problema. È difficile, d'altro canto, dichiarare l'esatta durata della terapia perché entrano in gioco variabili complesse come il problema presentato, il suo contesto e la persona. Nella maggior parte dei casi un trattamento di psicoterapia strategica induce i primi cambiamenti dalle prime sedute, per proseguire con il consolidamento dei risultati.

A seconda dal tipo di problema presentato e dalle esigenze della persona stessa nelle prime fasi del trattamento le sedute possono avere o una cadenza settimanale, o una cadenza quindicinale. Da sottolineare altresì che una frequenza più alta o più bassa non altera la lunghezza del percorso. Una volta ottenuto lo sblocco del disturbo, e quindi il primo sostanziale miglioramento, le sedute vengono ulteriormente distanziate per permettere alla persona di sperimentare nella propria vita quotidiana le ritrovate risorse e capacità.

Il costo di una psicoterapia strategica con il dott. Ilaria Bertolini dipende dal numero di sedute (vedi psicoterapia e/o consulenza psicologica) ed anche dalla loro frequenza. Usualmente la tendenza (non è la regola!) è avere per le prime sedute una cadenza bimensile (una seduta ogni quindici giorni), mentre per le sedute successive viene aumentato l'intervallo temporale a una volta al mese. In questo modo l'esborso è spalmabile nel tempo ed aggraverebbe con minor peso rispetto a se fosse ad incontri settimanali o bisettimanali trascinati per un numero di sedute indefinito; se così dovesse essere non sarebbe possibile applicare i principi della psicoterapia breve.

Proprio perché le linee guida della terapia strategica sono la flessibilità ed il raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche la durata di una seduta strategica non è mai predeterminata: varia a seconda delle diverse esigenze della persona in terapia, della fase del trattamento in cui si trova e del tipo di problema presentato. La durata della seduta può quindi variare da un'ora (nei primi incontri) fino a venti minuti (generalmente nelle fasi avanzate del trattamento).

Un problema diviene tale, in ambito psicologico, quando è invalidante rispetto allo svolgimento della vita nelle sue abitudini, aspirazioni, progetti. Se il blocco l’impedimento che il disturbo crea è esteso in più sfere del quotidiano e fa sì che sia la persona ad essere dominata dalla sofferenza e non viceversa, necessita un intervento di Psicoterapia Breve Strategica atto ad un cambiamento funzionale ad una realtà percepita nuova.

Sì, la Consulenza Breve Strategica. La consulenza è particolarmente indicata per quelle difficoltà circoscritte, non affatto impedenti nel proprio vivere, ma che fanno sì di non godere appieno il benessere, come: monofobie, blocchi della performance, problemi relazionali con i colleghi al lavoro, con parenti, amici, o con il partner stesso. La consulenza strategica è altresì idonea per quelle forme di disturbo potenzialmente impedenti, ma che si trovano ancora ad uno stato iniziale. La Consulenza Breve Strategica si svolge entro le 5 sedute.

La Terapia Breve Strategica è un intervento di tipo psicoterapeutico e, come tale, non prevede l'ausilio di farmaci.

Assolutamente sì! Importante è evitare di sospendere i farmaci. Questi saranno mantenuti per l’intera prima parte della terapia fino a quando non siano stati raggiunti cambiamenti significativi e/o costruiti gli “strumenti psicologici” con cui superare il problema. Nelle fasi successive in accordo con la persona stessa, sarà il terapeuta a promuovere lo “scalaggio” dei farmaci in collaborazione con il medico che li ha prescritti, fino ad arrivare alla loro completa sospensione. Fanno eccezione a questa regola, rari casi, solitamente disturbi psicotici o depressioni di tipo endogeno, in cui il terapeuta può ritenere utile una terapia di tipo integrato e ricorrere quindi alla collaborazione di uno psichiatra. In questi casi il terapeuta, in accordo con il paziente, richiede al collega psichiatra un supporto farmacologico che permetta di ottimizzare l'efficacia e l'efficienza dell'intervento psicoterapeutico.

L’approccio ai problemi di coppia prevede sia la forma più classica, ossia, lavorare con la coppia vedendo entrambi i partner in seduta, oppure, intervenire grazie ad uno solo dei membri. In alcuni casi affrontare le difficoltà cosiddette di coppia individualmente è addirittura auspicabile. Chi sente, quindi, di avere una difficoltà relazionale con il proprio partner può rivolgersi da solo alla psicoterapia, senza il coinvolgimento dell’altro. Sarà la terapeuta, in seguito ad un’analisi approfondita del problema, valutare e/o richiedere, in qualche modo, la presenza dell’altro coniuge, oppure, se è preferibile condurre la terapia individualmente con chi ha presentato l’impasse.
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